Quando organizzavamo la prima edizione ci siamo resi conto di alcune sfide che dovevamo superare per poter avere successo: avevamo di fronte una popolazione locale giovane che non era abituata ad andare al cinema e una più anziana che era abituata ad andarci ma non a vedere film in lingua originale e né una né l’altra avevano dimestichezza con il format del cortometraggio. C’era una generazione cresciuta con i video virali sui telefonini e un’altra che ricordava Ben Hur senza aver mai sentito la voce di Charlton Heston. Ma la sfida più grossa è stata quella della diffidenza. La società di un piccolo paese calabrese scarseggia di forte fiducia verso gli altri e anche i nostri più grandi sforzi di ottimismo venezuelano hanno avuto dei momenti di difficoltà in questi anni. Con il tempo però ci siamo resi conto che molti di questi problemi erano dovuti al nostro modo di comunicare. Migliorare la comunicazione è uno dei pilastri del nostro modo di fare le cose con l’obiettivo di creare un rapporto migliore con il nostro pubblico.
Abbiamo cominciato a lavorare sull’approccio con il pubblico locale, con piccole azioni mirate, dallo spiegare cosa sia un cortometraggio al creare un palinsesto condivisibile e apprezzabile da tutti, diviso nelle diverse categorie. Il festival offre contenuti per ogni tipo di pubblico e ogni età, con l’obiettivo di dare luce a tematiche attuali, non solo da un punto di vista culturale ma anche sociale.
In realtà non ci siamo inventati nulla di nuovo. Siamo solo stati più romantici di altri: ispirati dai racconti dei nostri genitori e nonni ci siamo chiesti come sarebbe stato recuperare il fascino per qualcosa di così semplice come andare al cinema. Ci piace l’idea del cinema come atto sociale, come luogo d’incontro. L’idea di andare a vedere un film non per il film in sé, ma per stare tutti insieme davanti ad uno schermo gigante con il naso all’insù e non la testa in giù come davanti alla tv. Recuperare il cinema come atto politico e sociale, sottrarlo ai salotti per ridarlo alla piazza.
Le proiezioni sono a ingresso libero e iniziano alle 21. All’interno del parco, abbiamo creato lo spazio La Grotta dei Piccoli in collaborazione con UNICEF ITALIA, che offre ai più piccoli cortometraggi di animazione e laboratori di illustrazione. Un vero e proprio festival dentro il festival.
Durante l’anno portiamo avanti diverse iniziative per sensibilizzare il pubblico attraverso il cinema come proiezioni sull’ambiente durante la Giornata della Terra, conferenze sui diritti della comunità LGBT, incontri sulla tematica dell’accoglienza. Fa tutto parte de La Guarimba On Tour, un modo di condividere il nostro operato e i nostri contenuti fuori dai giorni del festival. Ovviamente il Tour non solo ci permette di portare la nostra realtà in altri luoghi ma ci da anche la possibilità di creare sinergie con soggetti che condividono i nostri valori. Nel corso degli anni la nostra rete di partner è diventata sempre più grande.
Un altro aspetto importante per il coinvolgimento del pubblico è l’uso dei social come strumento di aggregazione virtuale, documentando tutte le nostre avventure e mantenendo una conversazione con chi ci segue.